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Il "derby" di Re Pasquale

di Dario Gallitelli

Foto di Blunote / AntennaSud

Pubblicato il 29/08/2023

Pantaloncino basso, calzettone sotto il ginocchio, scarpini legati stretti a fasciare due piedi che non avrebbero sfigurato nemmeno laddove il destino avesse regalato loro la possibilità di esibirsi sul tavolo da biliardo di San Siro, piuttosto che al Maradona. Una sistemata al colletto della solita maglia numero sette, respiro profondo, occhi chiusi, pochi passi conditi dal rumore metallico dei tacchetti che stridono sul pavimento. Cancello, campo, spalti. Tuffo al cuore. Ce lo immaginiamo così, vissuto quasi con una bodycam addosso il prepartita del Re, Pasquale Maiorino da Taranto, che domenica alla prima con indosso la casacca del Picerno, torna nella Città degli Imperiali, che lo ha prima svezzato e poi consacrato calciatore.

Uno scherzo del calendario, ordito con massima sagacia ed un pizzico di cattiveria dagli Dei del pallone che hanno deciso di mettere subito contro Maiorino ed il suo recente passato, fatto settantanove presenze e diciannove gol, messi assieme in due anni e mezzo di favola a tinte biancazzurre. “Riparto da dove ho lasciato solo qualche mese fa, incredibile no? È un fantastico scherzo del destino, una di quelle cose che può accadere solo nel mondo del calcio. A Francavilla sono stato bene, ho dato tanto, avrei voluto dare di più, ma allo stesso tempo devo ammettere di aver ricevuto moltissimo. È stato un periodo fantastico, fatto di gioie, di sensazioni e ricordi che custodirò gelosamente nel mio cuore per sempre. Quello a cui sono più legato è certamente il gol su punizione siglato al San Nicola, un fulmine da trentacinque metri carico d’effetto che sorprese Frattali e ci portò sul pareggio, prima della rete di Citro in chiusura di tempo, che ci staccò definitivamente dal gruppo promozione. È allo stesso tempo il ricordo più bello ma anche il più amaro”.

“Quella di domenica, inutile negarlo, non sarà una partita come le altre ma sono un professionista e l’emozione durerà sino a quando l’arbitro non avrà fischiato. L’accoglienza? Credo che i tifosi mi riserveranno solo applausi, c’è rispetto alla base del mio rapporto con Francavilla Fontana, so di essere benvoluto dalla gente e a loro resterò per sempre legato. Il mio presente però si chiama Picerno. Una società ambiziosa, una piazza in continua crescita, sotto certi aspetti simile a Francavilla. Qui la pressione si sente meno rispetto ad altre città, la gente ti lascia tranquillo ed è più facile lavorare bene senza un carico di aspettative troppo ingombranti sulla testa”.

La chiosa è la solita domanda cucinata per gli ex: “Se dovessi fare gol? No, non esulterei”, risponde sorridendo Pasquale, conscio di non poter scappare dal proprio destino. E se dovesse succedere, immaginiamo già come andrà a finire: mani in alto, quasi a chiedere scusa e sorriso mortifero appena accennato. Picerno cerca un nuovo Re e potrebbe averlo già trovato.

di Dario Gallitelli

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